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CETA, no alla ratifica: protesta a Montecitorio con associazioni, sindacati e Regioni

ceta

Migliaia di persone hanno manifestato stamattina in piazza Montecitorio per dire no alla ratifica del CETA, l’accordo di commerciale tra Unione Europea e Canada. Il sit in, organizzato da Coldiretti insieme alla campagna Stop TTIP Italia, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch, ha visto la partecipazione di deputati e senatori di diversi schieramenti: da Articolo 1 a Sinistra Italiana, dal Movimento 5 Stelle a Fratelli d’Italia, Lega Nord, Gruppo Misto, Rifondazione Comunista e anche esponenti del Partito Democratico. Tutti critici verso un trattato che – denunciano le sigle organizzatrici della manifestazione – causerebbe danni sostanziali all’agricoltura italiana, alle produzioni di qualità, ridurrebbe i diritti del lavoro e aprirebbe all’importazione di sostanze chimiche vietate e combustibili inquinanti, minando conquiste sociali e standard ambientali. Il principio di precauzione potrebbe essere messo in secondo piano rispetto alle esigenze del commercio, con possibili ripercussioni sulla sicurezza alimentare e la salute dei cittadini. Preoccupazioni anche per i servizi pubblici, che il CETA non proteggerebbe a dovere, così come per il temuto tribunale speciale per gli investimenti, grazie al quale le grandi imprese estere potrebbero chiedere compensazioni virtualmente illimitate agli stati che approvassero regolamentazioni lesive dei loro investimenti. Leggi il resto di questa voce

Un seminario parlamentare per discutere di TTIP con la politica

Seminario parlamentare stop ttip

“Il trattato commerciale UE-USA (TTIP): preoccupazioni e proposte di parti sociali e imprese”, è il titolo del seminario parlamentare promosso dalla Campagna Stop TTIP Italia insieme ad altre dieci organizzazioni che rappresentano il mondo dell’agricoltura, del sindacato, dei consumatori, dell’ambientalismo e del commercio (SCARICA IL VOLANTINO). Il momento di dialogo con le istituzioni è in agenda per il 5 luglio 2016, a partire dalle ore 15, in sala Aldo Moro.

Ad aprire i lavori sarà la presidente della Camera, Laura Boldrini, mentre il moderatore del dibattito sarà Stefano Masini, responsabile area Ambiente e Territorio di Coldiretti. Gli interventi previsti sono di Leonardo Becchetti, presidente del Comitato etico di Etica Sgr; Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace; Alessandro Mostaccio, presidente di Movimento Consumatori; Fausto Durante, responsabile Politiche europee e internazionali di Cgil; Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente; Nino Pascale, presidente di Slow Food; Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori; Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef. Vi sarà spazio per le voci dei parlamentari, mentre la voce del governo sarà quella del Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Le conclusioni saranno a cura di Monica Di Sisto, vice presidente di Fairwatch e portavoce della Campagna Stop TTIP Italia.

Alcune ragioni di fondo hanno spinto la campagna Stop TTIP ad impegnarsi duramente per la realizzazione di questo momento di dialogo con la politica italiana. L’accordo vive infatti una fase cruciale del suo negoziato. I parlamentari italiani hanno avuto da poco la possibilità di accedere alla sua lettura in un’apposita sala, e per questo cresce la necessità di fare maggiore chiarezza su alcuni nodi legati agli impatti sociali, ambientali, ma anche economici sul sistema Italia che un trattato che riguarda oltre il 50% del Pil globale potrebbe determinare. C’è, inoltre, un aspetto legato alla ridefinizione della cooperazione regolatoria transatlantica che preoccupa molte associazioni, parti sociali e imprese e che va approfondito.

Come scrive anche Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’ «Occorre dare maggior spazio a una sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie viziose. Tuttavia, bisogna aggiungere che i migliori dispositivi finiscono per soccombere quando mancano le grandi mete, i valori, una comprensione umanistica e ricca di significato, capaci di conferire ad ogni società un orientamento nobile e generoso» (179).

Pensiamo, per questo, che il Parlamento, investito delle funzioni di tutela dei diritti di tutti e della sovranità che ne consegue, sia il luogo più importante in cui promuovere un dialogo ampio e approfondito su luci e ombre di un negoziato tanto rilevante per la vita quotidiana dei cittadine.

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