Dichiarazione di Barcellona: le città #StopTTIP

barcellona

Il 21 e 22 Aprile si è tenuto a Barcellona il Primo Incontro Paneuropeo “Le autorità locali e la nuova generazione di trattati di libero commercio”, con la partecipazione di città, regioni, organizzazioni, associazioni e società civile.
L’evento è stato organizzato dal Consiglio Cittadino di Barcellona, in cooperazione con la piattaforma Catalonia No al TTIP.
Rappresentanti eletti di più di 40 città di tutta Europa hanno preso parte all’evento ed hanno adottato la Dichiarazione di Barcellona, che ha definito le richieste delle città e regioni europee denunciando questo accordo bilaterale, che colpisce negativamente molti poteri amministrativi locali e regionali, e mette in pericolo la qualità della vita ed il benessere dei cittadini europei. Gerardo Pisarello, il Primo Vice Sindaco del Consiglio della Città di Barcellona, ha dichiarato che “non daremo l’assenso ad alcun accordo che non tenga conto delle città”.

Sono benvenute tutte le città e regioni europee che vorranno aderire a questa dichiarazione, che sarà presentata davanti alle istituzioni europee, ai governi nazionali ed alle opportune organizzazioni. Il secondo incontro si terrà a Grenoble.

Per adesioni: spedire un’email all’indirizzo stopttipitalia@gmail.com
con oggetto: “Adesione alla Dichiarazione di Barcellona”

Barcellona si è dichiarata città libera dal TTIP approvando una dichiarazione istituzionale nel settembre 2015, che è stata spinta e supportata da oltre 90 associazioni e campagne di cittadini che costituiscono parte della piattaforma Catalonia No al TTIP.

 

Dichiarazione di Barcellona

Noi, sindaci e sindachesse e rappresentanti eletti ed elette, partecipanti al primo incontro paneuropeo “le autorità locali e la nuova generazione di Trattati di libero commercio”, dichiariamo che:

La Commissione Europea, su mandato degli stati membri, ha iniziato le negoziazioni per un accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), un accordo economico integrale di commercio tra l’unione europea ed il Canada (CETA) così come un accordo sul commercio dei servizi (TiSA). Questi trattati vengono negoziati in modo poco trasparente, non onorando gli standard democratici e partecipativi europei.

Affermiamo che la trasparenza non può essere sacrificata a vantaggio del segreto commerciale. Le autorità locali e regionali devono avere un ruolo fondamentale nella negoziazione dei mandati.

Oggi l’Europa si trova ad un incrocio. Le diverse crisi sofferte dall’Unione Europea necessitano di una soluzione politica. In questo senso crediamo che l’Europa debba porre i suoi valori fondanti al centro della sua politica: solidarietà, rispetto delle libertà e giustizia. Questi trattati di commercio di nuova generazione è dubbio che possano essere positivi per l’intera società. L’Europa deve sostenere la sua economia rafforzando i diritti sociali,  economici,  ambientali e del lavoro e non solamente ampliando il suo mercato.

Siamo profondamente preoccupati che questi trattati mettano a rischio la nostra capacità di legiferare e usare fondi pubblici (incluse forniture pubbliche), danneggiando pesantemente il nostro compito di aiutare le persone in istanze fondamentali quali: abitazione, salute, ambiente, servizi sociali, educazione, sviluppo economico locale o sicurezza alimentare.

Siamo inoltre allarmati dal fatto che questi patti metteranno a repentaglio principi democratici riducendo sostanzialmente il campo d’azione della politica e vincolando le scelte pubblice. L’introduzione di un insieme di misure colpirà gravemente la democrazia locale: l’Investor-State Dispute Settlement (ISDS) o l’International Court System (ICS), la Cooperazione Regolatoria nel TTIP, e i cambiamenti alle normative su forniture governative e servizi pubblici.

Noi riconosciamo l’importanza dello scambio di beni e servizi per il benessere dei cittadini, ma sottolineiamo che la competitività e la crescita economica non dovrebbero essere gli unici criteri usati per determinare accordi di libero scambio come TTIP, CETA e altri (come il TiSA).

Noi crediamo che il commercio internazionale debba basarsi su criteri che non si limitino al mero libero scambio. Dobbiamo difendere un commercio equo, sostenibile e che sostenga i diritti dei lavoratori.

Noi consideriamo nostro dovere, come rappresentanti eletti, difendere le comunità locali e le istituzioni democratiche come spazi per il dibattito e le decisioni, nonché rafforzare le politiche pubbliche per il bene dei nostri cittadini, proteggendo l’ambiente e supportando le PMI e l’economia locale.

Chiediamo che gli attuali negoziati su TTIP e TiSA siano sospesi finché le preoccupazioni dei governi locali e regionali siano prese pienamente in considerazione nella ratifica di ciascuno di questi trattati.

Celebriamo i movimenti sociali che hanno reso possibile questo dibattito europeo, vogliamo dare loro il giusto riconoscimento per il ruolo svolto e li invitiamo a continuare il loro lavoro.

Per tutte queste considerazione, chiediamo che gli attuali negoziati su TTIP e TiSA siano sospesi ed un nuovo mandato rinegoziato prendendo in considerazione le richieste di coloro che non sono stati consultati e sollecitiamo il Parlamento Europeo, il Consiglio Europero ed i governi nazionali a non ratificare il CETA.

Questa Dichiarazione sarà adottata da tutte le città presenti e sarà firmata da tutti coloro che vorranno aderire ad essa in futuro, sarà presentata agli opportuni referenti nell’Unione Europea, ai governi nazionali ed alle opportune istituzione ed organizzazioni.


 

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