Abbiamo vinto: abbiamo respinto un’altra volta la direttiva Bolkestein

Associazioni, movimenti sociali, sindacati, consiglieri comunali, Comuni, e campagne come, in Italia, la Campagna Stop TTIP/CETA, portano a casa oggi un’importante vittoria: la Commissione europea ha dovuto abbandonare l’ennesima riproposizione della Direttiva Bolkestein che introduceva una procedura di notifica che avrebbe conferito alla Commissione il potere di veto sulle norme e sui regolamenti presentati dalle istituzioni nazionali nel settore dei servizi.

E’ stato chiaro fin dall’inizio che la Bolkestein zombie avrebbe riguardato settori quali l’assistenza all’infanzia, i servizi pubblici, l’urbanistica e i diritti dei lavoratori a tutti i livelli di governo – dal livello locale a quello nazionale. In un’area vasta e delicata dell’economia e della democrazia  nazionale, la Commissione ha rivendicato il diritto di esaminare attentamente i progetti di legge prima della loro adozione, di modificarli e di farli abrogare qualora venissero adottati in una forma non in linea con la libertà di mercato.

Fortunatamente, questo attacco frontale alla democrazia è stato respinto e il Parlamento europeo ha abbandonato il dossier. Non abbassiamo la guardia perché potrebbe riaffacciarsi se la nuova Commissione che entrerà in carica alla fine del 2019 deciderà di ripresentare la proposta. Questa  direttiva è riemersa dopo anni di pressioni da parte di potenti lobby industriali e dei servizi che chiedevano da parte della Commissione un’attuazione più incisiva della direttiva sui servizi. La direttiva Bolkestein, copre un’ampia gamma di servizi e introduce norme di vasta portata che hanno gravi implicazioni per il benessere, le politiche ambientali e i diritti sociali. E ‘anche formulata on modo molto generico, in parte grazie alle forti proteste che molte delle nostre organizzazioni hanno animato al momento della sua adozione nel 2006. Questo, però, porta a uno spazio di interpretazione troppo ampio che le lobby delle imprese vogliono risolvere in modo semplice: assegnare all’istituzione di cui si fidano di più – la Commissione appunto – il potere di decisione e di veto sulla gestione dei servizi.

Oggi festeggiamo, ma siamo certi che la Commissione europea – se il suo ruolo non verrà messo seriamente in discussione – farà di tutto per compiacere i propri “grandi elettori” e far rispettare, costi quel che costi, l’ideologia liberista che promuovono. Questa vittoria contro la direttiva sulla procedura di notifica, quindi, deve servire come campanello d’allarme per tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e la sovranità delle nostre istituzioni per unire le forze e capire come difendere il diritto di governare e amministrare per difendere ed espandere il welfare, per garantire servizi pubblici per tutti e amministrare le città e i territori secondo i diritti e i desideri di coloro che ci vivono.

E’ arrivato il momento di un dibattito pubblico chiaro e ampio su come fermare i tentativi della Commissione europea di imporre la sua crociata contro le nostre regole, i nostri diritti e la nostra sovranità costituzionale.

Pubblicato il 24 aprile 2019 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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