Chi si rivede? TTIP e Bolkestein Mobilitiamoci!

Se il Governo italiano non si dà una mossa a mantenere le promesse elettorali bocciando il CETA, sono sotto grave attacco le regole europee e la capacità di Regioni e Comuni di amministrare in autonomia

Nonostante le assicurazioni della Commissione europea sul fatto che i negoziati con Trump sarebbero stati esclusivamente limitati a correre ai ripari rispetto alla cosiddetta “Guerra dei dazi”, e che non avrebbero assolutamente riguardato la nostra salute o l’ambiente, per l’ennesima volta i fatti dicono altro.

Sul sito internet del Governo federale a Stelle e strisce, infatti, è apparso un link[i] che apre una consultazione pubblica su un nuovo TTIP che non riguardi solo dazi e acciaio, ma una intensa attività di cooperazione regolatoria, annunciando che la fase negoziale si è riaperta nell’Ottobre scorso. “Il 16 Ottobre 2018 – si legge al link – il ministro al Commercio Usa Robert Lighthizer ha notificato al Congresso l’intenzione dell’Amministrazione di entrare in un negoziato commerciale per un trattato sugli scambi con l’Unione europea”. E spiega anche che “la volontà dell’Amministrazione nel negoziato con l’Ue è quella di affrontare sia le barriere tariffarie che quelle non tariffarie, e di ottenere scambi più giusti e più bilanciati”.

Quindi non solo lo scambio di merci, come ci era stato assicurato, ma le regole. E con quella “Corsia accelerata” di cui il Governo Usa può godere dopo le elezioni di medio termine[ii]

Ma c’è di più: prenderanno a modello il nuovo Nafta, quell’UsMCa che liberalizza ancora di più gli scambi tra Usa, canada e Messico, non è citato nel famigerato documento di visione sottoscritto da Trump e dal presidente della Commissione Ue Claude Junker tra le fonti normative considerate, e che non può essere senza dubbio considerato un modello di protezione degli standard sociali e ambientali, almeno per l’Europa, [iii]

Vediamone alcune delle previsioni più preoccupanti

L’articolo 28.9 del capitolo sulla Cooperazione regolatoria dell’USMCA stabilisce che la parte “deve” fornire un periodo di “notifica e commento” quando un ente normativo stia elaborando un regolamento o una nuova norma “in circostanze normali”. Il testo specifica in una nota richiede che gli organismi di regolamentazione rendano il testo del regolamento pubblicamente disponibile, insieme alla sua valutazione d’impatto, a una spiegazione del regolamento; ai suoi obiettivi; a una spiegazione di quali dati, altre informazioni e analisi sono stati utilizzati per supportare il regolamento; e altro ancora. Dopo la pubblicazione di tali informazioni, la parte “garantisce che chiunque, a prescindere dal domicilio, abbia l’opportunità, a condizioni non meno favorevoli di quelle offerte a una persona della Parte, di presentare osservazioni scritte sugli articoli identificati … a titolo oneroso per l’autorità di regolamentazione pertinente della Parte. ”

L’articolo 28.9.4 dell’ UsMCa, inoltre, richiede ulteriori procedure nei casi in cui una parte si aspetta che un progetto di regolamento “abbia un impatto significativo sugli scambi”. In tali casi, le parti dovrebbero fornire “un periodo di tempo più lungo [per la notifica e il commento] appropriato a causa della natura e della complessità del regolamento, al fine di fornire alle persone interessate un’adeguata opportunità di comprendere in che modo il regolamento possa influenzare i loro interessi e di sviluppare risposte informate, “.

L’articolo 28.10 stabilisce che “le parti incoraggiano le proprie autorità di regolamentazione a garantire che l’appartenenza a qualsiasi gruppo o organismo di esperti includa una gamma e una diversità di punti di vista e di interessi, a seconda del contesto specifico” e che le parti “riconoscano che ottenere tale consulenze e raccomandazioni debbano essere un complemento a, piuttosto che un sostituto per, le procedure di pubblico commento introdotte ai sensi dell’articolo 28.9.4. ”

Se non bastasse, l’articolo 28.20 del “nuovo Nafta” concede a ciascuna parte il ricorso agli arbitrati per la risoluzione delle controversie tra Stato e Stato “per affrontare una linea di azione o inazione continua e ricorrente che è incoerente con una disposizione di questo capitolo [GRP].” quindi se io respingo un commento o banalmente prendo tempo per un maggiore confronto, posso essere portato in causa.

Nell’Articolo 28.4 del capitolo GRP si aggiunge che nello sviluppo dei regolamenti ogni Paese “adotta o mantiene tali processi o meccanismi per perseguire” gli obiettivi del “supporto alla conformità con gli obblighi internazionali relativi a commercio e investimenti” e “incoraggiando approcci normativi che evitino restrizioni non necessarie per gli scambi”. Ultima perla, ma non ultima, il nuovo Nafta spiega anche nell’art. 28.11 che ciascun Paese quando utilizza una valutazione dell’impatto normativo per i regolamenti proposti “deve mantenere procedure che promuovano l’esame di “analisi costi-benefici, incluse alternative normative” e “l’alternativa di non regolare”. Un vero e proprio attacco al sistema normativo protettivo di cui la Commissione Ue si dichiara da sempre paladina, nonostante dimostri di far poco per proteggerla, stando agli ultimi accordi commerciali sottoscritti o in cantiere.

Si perché, quasi a lasciarci un imperituro ricordo di se’, senza darlo a vedere la Commissione a guida Junker sta risuscitando una delle più controverse previsioni di quella direttiva Bolkestein che, anche nelle poche parti sopravvissute alla vasta campagna d’opinione che l’ha respinta oltre 10 anni fa, tanto pervasivamente affligge le amministrazioni europee, soprattutto a livello locale.

La Commissione, infatti, ha rilanciato una Procedura per la Notifica dei servizi (Services Notification Procedure). La nuova procedura, infatti, stranamente assecondando le previsioni del nuovo Nafta, prevede che le amministrazioni locali notifichino in anticipo e attendano approvazione dalla Commissione Europea per tutte le nuove normative e regolazioni ai servizi locali che volessero introdurre. Una pratica che non ha alcuna base nel principio di sussidiarietà che dovrebbe regolare, ai sensi del Trattato di Lisbona, i rapporti tra Autorità locali e Commissione.

Sembra, per di più, che la Commissione voglia portare a casa questo risultato entro la presidenza austriaca dell’Unione, che termina il 31 dicembre 2018. La Confindustria europea, Business Europe, casualmente ha chiesto nel giugno scorso alla Commissione di far presto, proponendo addirittura come data limite la fine dell’estate[iv].

Per tutte queste ragioni è importante intensificare la mobilitazione in gran fretta, chiedendo al Governo italiano di portare il trattato di liberalizzazione tra Europa e Canada in Parlamento per bocciarlo e aprire un confronto a tutto campo con la Commissione rispetto alla sua agenda schiacciata sugli interessi corporativi.

 

[i] https://www.federalregister.gov/documents/2018/11/15/2018-24979/request-for-comments-on-negotiating-objectives-for-a-us-european-union-trade-agreement

[ii] https://www.congress.gov/114/plaws/publ26/PLAW-114publ26.pdf

[iii] https://insidetrade.com/daily-news/analysts-usmca-good-regulatory-practices-chapter-baseline-eu-deal

[iv] https://www.businesseurope.eu/publications/call-deal-proposal-notifications-services-summer-break-letter-markus-j-beyrer

 

Pubblicato il 19 novembre 2018 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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