Sì al JEFTA: ecco la comunicazione del Governo italiano al Consiglio EU
Grazie a una recente richiesta agli atti al Consiglio Europeo sulla posizione dell’Italia rispetto al JEFTA, la Campagna Stop TTIP Italia è entrata in possesso della comunicazione inviata dal Governo italiano sul consenso all’approvazione dell’accordo con il Giappone.
“[…] The overall assessment of the Agreement is, in Italy’s view, positive in the light of the benefits it will bring to national exports and employment, inter alia through tariff liberalization for agrifood (e.g. wines, cheese, pasta), machinery and textile/clothing, as well as the opening of the Japanese public procurement market and the elimination of significant technical barriers”, si legge nella nota inviata (risposta inviata il 18 luglio e protocollata al numero 18/1436-ld/jg) sul consenso dato dall’Italia senza alcun passaggio parlamentare, almeno consultivo (visto che la ratifica, per questo tipo di trattato, non è prevista).
“The Italian Government, with the involvement of the national Parliament, will carry out a constant and timely monitoring activity of the implementation of the Agreement, and calls on the Commission to do likewise, so as to make sure that the Agreement will pursue full compliance with European safety, environmental and social standards, will guarantee full market access for SMEs and the effective protection of geographical indications, against every form of misuse and misleading denominations”. Una richiesta alla Commissione europea di tutela dei diritti sociali e ambientali, e delle mostre tipicità, che lasciano il tempo che trovano a accordo ormai siglato e senza un vero dispositivo di monitoraggio e di implementazione.
Le criticità del JEFTA sono già state ampiamente chiarite dalla Campagna Stop TTIP Italia e da Coldiretti, e la necessità di aprire un tavolo di confronto su tutti gli accordi di libero scambio con il Governo è una delle priorità richieste, a cui non abbiamo avuto ancora risposta. Al di là di specifiche luci e ombre è l’intero impianto dei trattati di liberalizzazione e l’agenda commerciale europea che vanno modificati profondamente, riequilibrandoli verso una maggiore tutela dei diritti economici, sociali e ambientali.
Pubblicato il 19 luglio 2018 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.
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