Di CETA, JEFTA, ex ministri, e numeri allegri
Domani a Roma dalle 14.30 alle 17.00 alla Sala del Cenacolo in vicolo Valdina l’intergruppo parlamentare No CETA, con la Piattaforma No CETA, insieme alla Campagna STOP TTIP Italia, presentano un aggiornamento sui dati relativi al trattato Europa-Giappone, scambiando anche qualche informazione sulla tempesta di dati (allegri) sui guadagni dell’Italia col CETA scatenatasi in questi giorni.
E’ sempre un po’ così: quando un trattato di liberalizzazione commerciale entra in vigore, i pochi che ci guadagnano, anche poco, gridano al miracolo anche se – nel medio e lungo periodo – poi ne ricevono grossi danni, come successe all’Italia dopo la fine della regolazione del settore tessile nel 2005.
Succede infatti in questi giorni che, da tutti i quotidiani e media mainstream, compreso un ex ministro in cerca di nuova occupazione, si magnificano gli effetti del CETA sull’export italiano in Canada. Andando a osservare nel dettaglio, però, e facendo una semplice ricerca su Export Italy Canada nel database di Eurostat, scandendo il dato in valore per mensilità in milioni di euro, emerge un quadro “leggermente” diverso.
Come si può vedere, infatti, stando ai dati ufficiali in valore l’export italiano in Canada è aumentato tra 2016 e 2018 del 7,5%, ma ciò è successo in gran parte IN ASSENZA DI CETA, visto che il trattato è entrato in vigore solo a settembre e le migliori performance sono state registrate a marzo, giugno e luglio, con flessioni rispetto ai mesi precedenti a settembre, un recupero a ottobre, e una nuova flessione a novembre e dicembre 2017.
Per quanti riguarda l’anno in corso, il 2018, rispetto ai primi 5 mesi del 2017 l’aumento dell’export è dell’1,5% e segue le stagionalità e le flessioni osservate nell’anno precedente, quindi senza poter neanche attribuire al CETA alcun effetto di stabilizzazione.
Qualche settore avrà guadagnato dall’entrata in vigore del trattato: vorremmo ben vedere. Non sembra che questa cosa sia successa granché al vino, almeno stando a questo articolo di settore, e registriamo soprattutto i danni all’export di grana e parmigiano segnalati da Coldiretti. Alle importazioni di grano potenzialmente contaminato da glifosate hanno messo un freno solo le pressioni di noi cittadini supportati dalle associazioni dei consumatori. E nulla è stato fatto per rispondere a tutte le criticità segnalate da molti anni dalle associazioni aderenti alla Campagna STOP TTIP Italia e raccolte in sintesi in questo agile manuale di DEBUNKING. Eppure è passato un anno dalla sua approvazione da parte del Parlamento europeo e dal blitz della tentata ratifica da parte del nostri precedente Governo, come ricordiamo qui.
Tutta la disinformazione cui abbiamo assistito in questi anni rispetto al CETA, dopo il positivo annuncio da parte del Governo italiani dell’intenzione di bocciarne la ratifica e che abbiamo dovuto fino a oggi ribattere colpo su colpo, la stiamo rivivendo per il JEFTA, il trattato di liberalizzazione degli scambi tra Giappone e Canada e che, in modo del tutto analogo al CETA, propone limitati benefici commerciali a fronte di una pesante intromissione nella fissazione di standard, caratteristiche di servizi e prodotti, deregulation finanziaria e mancata protezione dei nostri dati personali, oltre che proporre una protezione più limitata del CETA rispetto ai prodotti a Indicazione geografica protetta italiani, come spieghiamo qui.
I dettagli dei problemi contenuti nel trattato, a fronte dei pochi vantaggi li potete leggere nel report in formato esteso e dettagliato e qui, in un Sommario ragionato di 4 pagine.
Le problematiche del JEFTA, e gli ultimi aggiornamenti sul CETA e sulla chiusura prevista da parte UE degli altri trattati tossici, verranno presentati domani a Roma dalle ore 14 alle 17 nella Sala del Cenacolo in v.lo Valdina nell’iniziativa “Accordo commerciale Europa-Giappone No Grazie” promosso dall’intergruppo Parlamentare No CETA, dalla Piattaforma No CETA promossa da Coldiretti, Cgil, Arci, Acli Terra, Fairwatch, Fare Ambiente, Greenpeace, Legambiente, Ecoitaliasolidale, Slow Food, Adusbef, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Fondazione Campagna Amica, Fondazione Isscon e Fondazione Univerde e dalla Campagna Stop TTIP Italia, composta da centinaia di organizzazioni tra cui Ari e Terra! Onlus.
Pubblicato il 16 luglio 2018 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.
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