CETA. Si chiude il Consiglio Europeo con un nulla di fatto. (Per ora) La Vallonia resiste

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Si chiude il Consiglio Europeo di Bruxelles con un nulla di fatto. Nelle conclusioni appena diffuse i Capi di Stato e di Governo auspicano che le questioni pendenti per l’approvazione definitiva del CETA e la sua firma il 27 ottobre vengano risolte quanto prima. Ma il Governo della Vallonia per ora non cede. Sono varie le questioni sul tappeto, una su tutte quella legata alla protezione degli investimenti e ai meccanismi che tutelerebbero le imprese a scapito dei diritti dei cittadini e dell’ambiente.
In un tweet recentemente Paul Magnette, primo ministro vallone, sottolinea come il “processo democratico sia incompatibile con il calendario imposto” dalla Commissione Europea.
Nel caso la Vallonia mantenesse la sua contrarietà ci sono probabilità che venga sospeso sine die la firma del trattato, impedendo così la sua ratifica e la sua applicazione provvisoria. E’ molto improbabile che possa essere approvato nonostante la netta contrarietà del Parlamento vallone.
“E’ un momento storico e molto delicato per le istituzioni europee che sta mettendo in discussione non solo un trattato commerciale per noi insostenibile, ma la stessa architettura istituzionale europea” commenta Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia. “Come abbiamo avuto modo di dire in innumerevoli modi, la politica commerciale europea nelle sue fasi negoziali è troppo centralizzata e in balia degli interessi dei grandi gruppi economici, relegando la società civile e le istituzioni nazionali e regionali a semplici spettatori. La ratifica finale è un processo che limita la possibilità di intervenire direttamente sul testo, ormai definitivo, chiedendo solo un dissenso o un assenso generali. Il testo interpretativo che i Governi vorrebbero diffondere il giorno della firma” conclude Di Sisto, “non aggiunge nulla di legalmente vincolante a un testo per noi in gran parte da rifiutare e rischia di essere uno specchietto per le allodole, senza alcuna rilevanza legale davanti a un tribunale”.
“Le reti della società civile e i sindacati europei e canadesi stanno sostenendo la posizione del Governo Vallone” aggiunge Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia. “Il CETA avrà impatti non indifferenti sulle nostre produzioni agricole, sui servizi pubblici, sul potere che le grandi aziende avranno rispetto ai Governi democraticamente eletti. La posizione della Vallonia”, conclude Mazzoni, “rimasta coerentemente critica per tutto quest’anno su CETA e TTIP è arrivata al punto di rottura proprio a causa di un sistema che non garantisce la piena partecipazione dei cittadini europei nei capitoli delicati della politica europea.”

Pubblicato il 21 ottobre 2016 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.

  1. Anna Matilde Gibellato

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