Il TTIP tutela le DOP. Anzi, no.
“Tanti nomi sono diventati nomi generici di fatto, come per esempio mozzarella. Questo è un nome di fatto oggi generico, prodotto da tante imprese familiari italo-americane e non solo che hanno il pieno diritto di utilizzare questo nome”. Così l’ambasciatore Usa presso l’Unione Europea Anthony Gardner a Firenze per parlare di temi legati al TTIP il 18 aprile scorso.
Quindi sulle DOP “c’è un disaccordo”. Ancora una volta la realtà smentisce le aspirazioni l’Unione Europea e Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei socialisti e democratici della commissione Agricoltura del Parlamento europeo che aveva visto in un documento di riflessione presentato dalla Commissione europea alla delegazione Usa nell’ambito dei negoziati Ttip un riconoscimento di 42 specialità DOP e IGP.
Un risultato del tutto simile a quello ottenuto nel CETA, l’Accordo con il Canada concluso nel settembre 2014 e in via di ratifica, che permette il riconoscimento di una quarantina di specialità sulle oltre 270 riconosciute dal nostro Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
“La dichiarazione dell’Ambasciatore Gardner” sottolinea la Campagna Stop TTIP Italia, “dimostra ancora una volta la demagogia che sta ormai caratterizzando questi negoziati. Con la scusa di una tutela e di un maggiore accesso al mercato statunitense di alcune nostre DOP, si cerca di nascondere gli effettivi impatti che l’apertura del mercato europeo ai prodotti statunitensi avrebbe sulle nostre piccole e medie imprese e sui nostri produttori agricoli”.
L’analisi del negoziato agricolo, realizzata da Fairwatch in sintesi FAQ_sintesi e nel dettaglio TTIP_agricoltura_faq_M
Pubblicato il 19 aprile 2016 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.
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