Le 10 ragioni del NO ai tribunali per le imprese nel TTIP – #1
Dal 22 al 26 febbraio riprendono i negoziati per il TTIP a Bruxelles. Commissione europea e Stati Uniti hanno tutte le intenzioni di arrivare ad un accordo di massima entro giugno, prima che Obama entri nel “semestre bianco” che gli impedirebbe la firma del trattato. Durante il prossimo round negoziale si parlerà del temibile capitolo investimenti, quello che dovrebbe contenere il famigerato ISDS. La Commissione europea, di fronte alla crescente contrarietà della società civile verso questo meccanismo di privatizzazione della giustizia, ha proposto una riforma del sistema. L’idea è trasformare l’arbitrato privato in una sorta di tribunale internazionale sugli investimenti (ICS), ma a parte il nome, nella sostanza cambia poco: la bozza di riforma mostra le stesse debolezze del sistema originale. Per chiarire la posizione delle Campagne Stop TTIP, l’organizzazione Friends of the Earth ha deciso di diffondere 10 infografiche – una al giorno a partire da oggi e fino al 17 febbraio – per raccontare sinteticamente le ragioni della contrarietà di milioni di persone a un così radicale sovvertimento dei diritti dei cittadini europei.
(Per saperne di più leggi il rapporto di Stop TTIP Italia sull’arbitrato internazionale)
RAGIONE N. 1: La Commissione europea ha ignorato la consultazione pubblica che essa stessa ha lanciato nel 2014. Da essa, quasi tutte le 150 mila persone che hanno risposto, hanno chiesto che venisse escluso dagli accordi internazionali qualsiasi meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato.
Pubblicato il 8 febbraio 2016, in Blog con tag investimenti, ISDS, TTIP. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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