“Caro Obama ti scrivo”. I Democratici al Congresso USA preoccupati dal TTIP

Lettera JPG

Una lettera alla Casa Bianca, datata 23 Aprile: “dopo un anno di negoziato, siamo sempre più preoccupati che l’attuale cornice che si sta delineando potrebbe incorporare alcuni degli aspetti più preoccupanti di passati Trattati” di libero scambio.
Non si tratta di una rete Stop TTIP, tanto meno di un tanto vituperato gruppo antiTTIP europeo, in odor di antiamericanismo, almeno a quanto riferiscono Governo italiano e Commissione Europea.
Si tratta di 31 deputati democratici al Congresso degli Stati Uniti, seriamente preoccupati che il TTIP possa disarticolare normative e standard di tutela dei diritti dei consumatori e dei lavoratori.
Una lettera fatta circolare durante i giorni della trattativa, mentre a New York i negoziatori statunitensi ed europei cercavano di trovare un quadra su aspetti estremamente delicati, come quella convergenza regolatoria che, per bocca del caponegoziatore Bercero durante la conferenza stampa del 24 aprile scorso, avrebbe prodotto un primo testo consolidato.
La lettera Democrat non ha avuto diritto di cronaca, nonostante fosse una chiara dimostrazione di come, persino negli Stati Uniti, certe questioni non siano per nulla risolte.
Quattro sono gli elementi di preoccupazione.
Primo: l’ISDS, l’arbitrato internazionale tanto sostenuto da alcuni Paesi, con in testa l’Italia e il suo viceministro Carlo Calenda. “Dal 2000”, scrivono i deputati al Congresso USA, “c’è stato un aumento di 10 volte nel numero cumulato di casi ISDS all’interno di altri accordi. Infatti, l’alto numero di cause ISDS contro le tutele all’interesse pubblico sta inducendo Paesi, come recentemente è accaduto per il Sud Africa e l’Indonesia, di terminare accordi precedentemente siglato che prevedevano un ISDS”.
Secondo: il TTIP potrebbe erodere la possibilità del Governo Federale o di quelli nazionali e locali di decidere come il denaro deve essere speso negli appalti pubblici. Un problema, questo, che si presenterà anche in Europa, dove verrà sacrificata ogni strategia di sostegno alle economie locali a vantaggio della competizione globale.
Terzo: il rischio di indebolire tutele sociali, sanitarie ed ambientali. Perchè “numerosi interessi commerciali statunitensi e europei” hanno visto “nelle politiche di tutela dell’interesse pubblico trovate in entrambe le sponde dell’Atlantico degli obiettivi da eliminare attraverso il processo di Convergenza regolatoria del TTIP”.
Quarto. La mancanza di trasparenza e la difficoltà di accedere ai documenti negoziali.
Pensare che un’iniziativa di questo tipo possa trovare ascolto in Obama è difficile, soprattutto alla vigilia della concessione della Trade Promotion Authority (sostanzialmente “delega in bianco”) sul negoziato transpacifico che verrà concessa al Presidente USA dal Congresso.
Ma di certo è utile da questa parte dell’Atlantico per smentire definitivamente i miti spacciati per grandi verità da Commissione Europea e Governo Italiano, nonchè da alcuni europarlamentari fedeli alla linea, secondo cui essere Stop TTIP significa essere antiamericani e complottisti.
La lettera dei Congressisti democratici USA, assieme alle Opinioni di diverse Commissioni Parlamentari europee, come quella Trasporti, quella Ambiente o quella Giuridica, tanto per citarne alcune, fanno piazza pulita di ogni tentativo di delegittimare un’opposizione al TTIP che in modo sempre più articolato e consapevole sale dalla società civile e dai cittadini europei e statunitensi.

Pubblicato il 28 aprile 2015 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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