L’Italia esce dall’Energy Charter Treaty a causa dell’ISDS
Secondo il magazine Global Arbitration Review l’Italia uscirà dall’Energy Charter Treaty entro la fine dell’anno. Nonostante il Governo italiano non abbia fatto ancora nessuna dichiarazione pubblica, il Segretariato dell’Energy Treaty ha diffuso la notizia della notifica da parte italiana del suo ritiro. Secondo l’articolo 47 dell’ECT, un Paese membro come l’Italia deve notificare un anno prima la propria intenzione di abbandonare il trattato, anche se le regole applicate sugli investimenti rimarranno in vigore ancora per 20 anni. L’Energy Charter Treaty, creato per sostenere un mercato unico dell’energia, prevede un arbitrato internazionale Investitore – Stato (ISDS) assolutamente simile a quello previsto nel TTIP. La giustificazione ufficiale è per risparmiare 370mila euro all’anno come quota di ammissione, ma è molto probabile che sia legata al rischio molto più alto di pagare sanzioni e compensazioni per le possibili denunce che gli operatori di fotovoltaico potrebbero presentare all’arbitrato privato inserito nel Trattato (un vero e proprio ISDS) contro la decisione dei Governo italiano di tagli al sostegno al settore. La Spagna sta già affrontando 11 casi presentati da parte di produttori fotovoltaici (ultimo ricorso presentato alcuni giorni fa) davanti all’ICSID, Centro di risoluzione delle controversie internazionali in materia di investimenti. La Repubblica Ceca ne sta affrontando sette, mentre la Romania ne ha ricevuto uno lo scorso settembre. Secondo Global Arbitration Review, circa una dozzina di ricorsi rischiano di essere presentati contro l’Italia. Ci si domanda come il Governo italiano e il viceministro Calenda possano essere tra i massimi sostenitori di un ISDS nel TTIP, definendolo come essenziale, nel momento in cui decide di abbandonare un trattato internazionale proprio a causa degli effetti che l’arbitrato potrebbe avere sulle politiche del nostro Paese.
Pubblicato il 24 aprile 2015 su Blog. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 2 commenti.
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Pingback: Stop Ttip: in Italia c’è già una causa Isds Fonte: sbilanciamociAutore: Monica Di Sisto | ANPI CATANIA